Assunti filosofici dell'Analisi Transazionale

 

L’Analisi Transazionale si basa su tre assunti filosofici riguardanti la vita, l’uomo e gli obiettivi del cambiamento. Essi sono:

Ognuno è ok: ogni persona è dotata di valore in quanto essere umano. Questo vuol dire accettare l’altro per quello che è, quindi per la sua ESSENZA e non per il suo comportamento.

Ognuno ha la capacità di pensare: ogni individuo ha la responsabilità di decidere cosa vuole per la sua vita.

Ognuno decide il proprio destino, e queste decisioni possono essere cambiate: nessuno, compreso l’ambiente, può costringere qualcun’ altro a comportarsi in determinati modi. Gli altri o le circostanze possono avere una certa influenza, ma sta alla persona auto-determinarsi decidendo se adeguarsi alle pressioni esterne o meno. In questo modo ogni individuo ha la responsabilità dei propri pensieri, comportamenti ed emozioni. In ogni momento della vita, poi, si ha la grande libertà di modificare le decisioni prese nel passato se esse non sono più funzionali per il proprio benessere psico-fisico nel presente. Il vero cambiamento si determina non solo attraverso una comprensione profonda di schemi comportamentali vecchi, ma soprattutto attraverso la DECISIONE ATTIVA di apportare una RIDECISIONE su di essi.

 

Da questi assunti ne discende l’importanza della RELAZIONE e del CONTRATTO, ovvero una affermazione di responsabilità congiunta da parte del Terapeuta e del paziente che insieme stabiliscono di volta in volta gli obiettivi di lavoro a cui mirare.

 

 

Curare...

 

Se penso alla parola “cura” nel mio lavoro, la mente compie immediatamente un collegamento con il concetto di “processo relazionale”. Cura come un “cammino comune” verso il raggiungimento di uno o più obiettivi condivisi tra terapeuta e paziente. Proprio l’individuazione delle “mete lavorative” dà il via al processo e ne è elemento imprescindibile. Idealmente curare per me vuol dire aiutare il paziente a rendersi consapevole dei propri bisogni inespressi, aiutarlo a darsi il permesso di esprimerli e, se possibile, di rispondervi utilizzando le capacità adulte caratterizzanti la persona nel suo presente o, accompagnarlo attraverso il difficile processo luttuoso di quei desideri o bisogni infantili che, nel qui e ora, non possono più trovare una gratificazione. Curare prevede l’esserci, accogliere la sofferenza di chi mi sta accanto dandogli contemporaneamente il permesso di esprimere quanto di prezioso e unico esiste in lui. Questa è la definizione ideale di cura per me. Poi c’è la magnifica e sconvolgente verità delle persone che mi chiedono aiuto. Allora faccio un passo indietro nella mia definizione, cerco di lasciare da parte nozioni precostituite e mi pongo in ascolto, cercando di accantonare gli ideali per costruire di volta in volta un nuovo concetto di cura basato esclusivamente sulla persona che in quel momento si trova a lavorare con me. Facendo ciò mi rendo conto che la cura, pur inseguita sempre con uno sguardo attento alla Analisi Transazionale, è un concetto costruito insieme al proprio paziente, nel rispetto di quanto lui è in grado di dare e nell’accettazione dei confini a cui è disposto a spingersi.

© 2016 Dott.ssa Alice Rossi Psicoterapeuta
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